LUIGI CIPRIANO

OLTRE

Viaggio onirico di evasione dal Covid-19




Il 9 marzo 2020, a seguito dell'epidemia globale da Covid-19, l'Italia decretava il lockdown della nazione. In assenza di cure, l'unico modo conosciuto per difendersi dalla pandemia era quello del distanziamento sociale.
Abbiamo cominciato a vivere tra le nostre mura domestiche e gli unici motivi per uscire di casa erano legati ai bisogni primari o al lavoro, o esclusivamente per esigenze indifferibili ed urgenti. Per molti è iniziato il lavoro in smart working, in solitudine, davanti allo schermo del PC. Gli scambi sociali avvenivano esclusivamente con le persone del proprio nucleo familiare e, in molti casi, non era possibile incontrare gli affetti più cari.
Finito il lavoro, personalmente ero sempre nello stesso luogo. La sera, pur nella sicurezza del mio letto, la mente continuava ad aggrovigliarsi in un senso di costrizione ed ha iniziato a rielaborare nei sogni una serie di immagini che, quasi inconsapevolmente, avevo scattato nei tempi precedenti alla pandemia. Erano foto che ritraevano mura, finestre, recinzioni, sbarramenti, confini, steccati, orizzonti infiniti e qualche persona che li fissava da una panchina…
Poi un giorno in TV incominciarono a scorrere immagini di persone che si affacciavano ai balconi a cantare qualche verso per sentirsi vive. È stato allora che una parola ha iniziato ad echeggiare nella mia mente, era: OLTRE.
OLTRE era il pensiero "sempre sbarrato", perché non si poteva evadere da questa oppressione contingente.

Luigi Cipriano






Se c'è un tempo che può ben identificare le fotografie di questo lavoro non è, come facilmente potrebbe venire di pensare, il "passato"; queste immagini, continuano a protendersi verso un "oltre" che ci porta ad andare con il pensiero al di là del bordo stesso delle fotografie in una perpetuazione di sguardi che non può che coniugarsi con il tempo "imperfetto": non un "ho guardato", ma un "guardavo"; non un "ho visto", ma un "vedevo".
Ed ecco che nei colori lievi del tempo senza tempo della memoria ci circonda il silenzio dell'attesa e tutto il lavoro assume il ritmo della circolarità.
Forzatamente abbandonati i tempi del quotidiano e obbligati a ripensare alle nostre certezze, questo lavoro non può che portarci a parlare con noi stessi ed è infatti solo verso di noi che adesso la fotocamera sta guardando.

Marco Fantechi






















































Immagini tratte dal libro di Luigi Cipriano, Oltre, dicembre 2020, ISBN 978-1-03-427230-4